Una porta è una sfida, una soglia, il coraggio di andare oltre. Una porta è sempre un nuovo inizio. Dove ci conduce questo passaggio? Probabilmente da nessuna parte: è la metafora dell’attraversamento, del continuo divenire della vita verso la scoperta della sua vera essenza. Il concetto del passaggio attraverso una forma è il fil rouge della poetica artistica di Chiara Dynys. Un invito a cercare la propria soglia ideale rivolto ad ognuno di noi. <br>
In contemporanea alla 59 a Biennale di Venezia, Chiara Dynys partecipa alla settima edizione di GLASSTRESS – progetto di Adriano Berengo dedicato a promuovere nuove connessioni tra l’arte contemporanea e il vetro – presentando Giuseppe’s Door, opera monumentale in vetro opalescente e acciaio corten dalla spiccata valenza simbolica e la Giuseppe’s Door in casting, in vetro rosa opalescente, esposte presso la Fondazione Berengo Art Space a Murano, suggestivo spazio espositivo nato da una vecchia fornace abbandonata. <br>
In programma dal prossimo 3 giugno fino al 27 novembre 2022 a Murano, GLASTRESS 2022-State of Mind – a cura di Adriano Berengo e Koen Vanmechelen, con il contributo di Ludovico Pratesi - riunisce un gruppo di importanti artisti contemporanei provenienti da Europa, Stati Uniti, America Latina, Africa e Cina in una mostra ambiziosa che esplora le infinite possibilità creative del vetro. A partire dal debutto nel 2009 come evento collaterale della Biennale di Venezia, negli anni il progetto ha fatto appassionare al mestiere tradizionale della soffiatura del vetro di Murano decine di artisti e designer di fama internazionale, che si sono cimentati nel realizzare suggestive e innovative opere in vetro con il supporto dei maestri di Berengo Studio. Un’arte millenaria che la Fondazione Berengo, promotrice dell’iniziativa, si impegna a difendere, conservare e rivitalizzare proprio attraverso le sinergie messe in campo con gli artisti contemporanei. Nasce così Giuseppe’s Door – esposta nell’esclusiva cornice di Villa Panza nell’ambito della mostra “Sudden Time” del 2021 che ha visto protagonista Chiara Dynys, insieme a Sean Shanahan, all’interno della Collezione Panza – fra le produzioni più significative dell’artista che, attraverso l’uso di materiali inediti, sperimenta la prodezza del lavoro in scala. Lo speciale vetro cangiante di cui è composta l’opera ha la proprietà di “caricarsi” di luce, e di rilasciarla nel buio, come una “fluorescenza fantasmatica”, per utilizzare le parole di Chiara Dynys: un invito ad oltrepassare la “soglia” della realtà contingente. La suggestione dell’andare oltre si ritrova anche nella Giuseppe’s Door in casting, porta opalescente – anch’essa esposta a Villa Panza - che si smaterializza e appare sospesa pur essendo una scultura in vetro in un pezzo unico. L’opera, che si rifà al modello concepito dall’artista nel 1993 - ai tempi della mostra al Museo di Saint-Etienne – assorbe la cromia della luce attorno e la materia trasparente rende volutamente difficile la percezione esatta della forma. L’installazione dell’opera Giuseppe’s Door a Murano è stata possibile grazie a WEM - Empowering Art Platform, innovativa piattaforma nata con l’obiettivo di trovare nuove forme di diffusione e supporto alle arti visive contemporanee.