In occasione della sua nuova mostra personale presso la galleria Casamadre di Napoli, Chiara Dynys presenta due cicli inediti: La Blancheur e Kaleidos. Se il primo prende ispirazione dalle opere di Canova conservate alla gipsoteca di Possagno accogliendo e scomponendo l’immagine delle sculture candide all’interno di forme riflettenti, con Kaleidos l’artista torna a ingannare la vista dello spettatore in un caleidoscopio tramite forme che, nelle parole di Eduardo Cicelyn, fondatore e curatore della galleria, divengono «idee platoniche in fuga verso l’iperuranio». Cicelyn continua: «Le sue cose, che lei qualche volta definisce dispositivi, non sono congegni astrusi. Sono opere sempre aperte, piene di luce, come pervase da un ottimismo senza remore. Vanno in molte direzioni perché pensano positivo e non hanno paura di perdersi vagando nel mondo alla ricerca dei propri significati». Conclude la mostra un'installazione video dedicata alla città Partenopea dal titolo Nothing to lose, in cui scorrono senza sosta le immagini di mari e cieli di diverse parti del mondo, tra cui immagini di mari e cieli di Napoli. In queste scene, però, l’orizzonte ci è sempre negato da un disturbo visivo, evocando, come in un sogno, quella prospettiva d'infinito che la continua trasformazione e stratificazione nei secoli della storia della città di Napoli fa scaturire dal rapporto tra l’umanità e tra il suo presente, il suo passato e anche il suo futuro. La nuova mostra di Chiara Dynys, la più importante personale a Napoli, ambisce ad “infliggere la nostalgia di una bellezza ideale” incarnata dalla luce che pervade i due nuovi cicli di opere, che appaiono così «semplici rivelazioni su come le cose vengono al mondo».
On the occasion of her latest personal exhibition at Casamadre gallery in Naples, Chiara Dynys presents two unusual cycles: La Blancheur and Kaleidos. The first one is inspired by the Canova’s works housed at the Gipsoteca di Possagno welcoming and breaking up the image of the white sculptures within reflective shapes, whilewith Kaleidos the artist returns to deceive the viewer's view in a kaleidoscope through forms which, in the words of Eduardo Cicelyn, founder and curator of the gallery, become «platonic ideas fleeing to hyperuranium». Cicelyn continues: «Her things, which herself calls devices, are not abstruse mechanisms. They always are open-ended works, full of light, as pervaded by an unqualified optimism. They go in many directions because they think positive and are not afraid of losing themselves, wandering around the world looking for their meaning». As ending of the exhibition, we can see an installation dedicated to the Parthenopean city, called Nothing to lose, where pictures of seas and skies of different parts of the world flow ceaselessly, including pictures of Naples’ seas and skies. Nevertheless, in these scenes, a visual disturbance always does not allow to see the horizon, evoking, as in a dream, that kind of infinity perspective which the continuous transformation and stratification over the centuries of the history of the city of Naples originates from the relationship between humanity and between its present, its past and also its future. The latest exhibition of Chiara Dynys, hers most important in Naples, aims at “imposing nostalgia of an ideal beauty” embodied by the light that spreads the new cycles of works, which look so «simple revelations on how things come to the world».